giovedì 30 agosto 2007

10 luglio
Pechino


Sveglia ore 06:30. Colazione buona (c’è di tutto). La giornata si preannuncia pesante e molto piena. Appena fuori dall’albergo assistiamo ad una incessante sfilata di biciclette e motocicli elettrici: Pechino va al lavoro.
Prima visita
al “Palazzo d’Estate” residenza degli imperatori cinesi da aprile a settembre. Un palazzo per modo di dire, piuttosto una Versailles in stile cinese; interi padiglioni costruiti dall'imperatore come regalo alla madre, così come anche una passeggiata coperta, di circa 700 mt, con vista sul lago e con il soffitto decorato con pitture raffiguranti scene diverse.
Sino a questo momento abbiamo visto soltanto gli edifici perché le suppellettili, i mobili e quasi tutti gli arredi sono andati persi (leggi “arrubbati”) durante le svariate rivoluzioni e guerre. Dovevano esserci cose spettacolari ma non esiste più nulla. Vediamo un susseguirsi di vasti cortili riservati alle cerimonie pubbliche e tanti altri più piccoli tutti attorniati da costruzioni con stanze private riservate all’Imperatore, all’Imperatrice, alle Concubine ed ai figli. Un altro spazio è riservato ai “sollazzamenti” dell’Imperatore con le Concubine: leggi passeggiate, giochi a nascondino e … al dottore! Con una barca a motore attraversiamo il lago per raggiungere il pullmann. Sulla strada per il ristorante facciamo una sosta ad una fabbrica di perle, una delle tante visite “comprerecce” che ci toccheranno durante tutto il viaggio.
All’uscita ci aspetta l’immancabile venditore di “Lolex” con ampia scelta: un pezzo due euro e sei pezzi ... dieci euro!
Durante il tragitto per il ristorante abbiamo modo di ammirare il nuovo stadio olimpico a forma di nido in costruzione per le Olimpiadi del 2008.
Pranzo al ristorante cinese con pietanze nuove e buone.
Nel pomerigg
io, visita alla “Città Proibita”, residenza della corte imperiale. E’ stata del tutto svuotata e sopravvivono soltanto gli spazi, le costruzioni, qualche arredo e poco altro. Forse ci aspettavamo di più. Un esempio per tutti: sono sopravvissute più di 300 giare di bronzo molto grandi, originariamente ricoperte d’oro che è stato grattato via; se ne possono vedere solo alcune tracce.
Molti edifici sono in ristrutturazione e purtroppo non vediamo il museo dove sono esposti gran parte del milione e passa di reperti catalogati scrupolosamente dai cinesi, ultime sopravvissute testimonianze del passato fasto imperiale.
Si prosegue con la visita ad un mercato coperto. C’è di tutto; frutta bell
issima e ortaggi coloratissimi e parecchi sconosciuti.
Nino tenta di comprare delle bellissime pesche e, nonostante l’intervento del
la guida, il venditore pretende un prezzo fuori mercato: l’affare è andato a monte! Dalla parte opposta c’è la zona carni e pesce. In pochi riusciamo a sopportare il cattivo odore, ma riusciamo a fotografare quanto esposto: pesci poco noti, polli di tutti i colori (anche neri) e carni dai tagli particolari. In uscita dal mercato notiamo una sfilata di “rotisserie” dove viene cucinato di tutto. Sti cinesi saranno pure piccolini, ma mangiano sempre! Si fa una visita ad una famiglia di cinesi nella loro piccola casa risparmiata dalla distruzione totale delle vecchie abitazioni per far spazio ai grattacieli. Prima però abbiamo subito l’assalto di due venditrici di souvenir.

Ci riposiamo con una passeggiata in risciò tra i vicoli della vecchia Pechino per raggiungere il ristorante. Abbiamo anche avuto il tempo di un piccolo incidente senza alcuna conseguenza. Lasciamo il nostro mezzo e il conducente stravolto (la mancia se l’è meritata tutta).
Ottima cena nel ristorante all’interno della zona vecchia: un mix tra Trastevere ed i Navigli. Piatto forte è l’anatra laccata, una specialità cinese e soprattutto pechinese. Viene servita in modo alquanto teatrale con vista sul taglio (ogni pezzetto deve avere un pezzo di pelle e quindi il taglio è particolare). Buona.

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