sabato 5 aprile 2008

20 Luglio
Xian

Colazione abbondante e si parte per la prima visita sotto una pioggia non forte, ma insistente, : la “Pagoda dell’Oca Selvatica”.
Anche se diamo un’occhiata veloce e scattiamo poche foto a causa del cattivo tempo, riconosciamo ormai la tipica struttura del giardino con annesso tempio.
I templi sono sempre adibiti a culto e sono funzionanti anche durante le visite dei turisti.
Come sempre, nei dintorni, bancarelle per tutti i gusti.

Seconda tappa ai guerrieri di terracotta. Ci passiamo tutta la mattinata e ne vale veramente la pena. Gli scavi sono stati protetti da capannoni imponenti e sono ben documentati. E’ stato emozionante vedere da vicino questi reperti anche se si sono visti parecchie volte in tv. Macchine fotografiche e cineprese si sono surriscaldate e sarà difficile scartare qualcosa anche se mossa o poco a fuoco. Abbiamo avuto anche la fortuna di vedere il contadino che scoprì l’esercito di terracotta, seduto dietro un bancone intento a fumare la pipa e ad autografare il libro sugli scavi. Dopo la visita al primo padiglione andiamo a pranzo all’interno del complesso. Buono il ristorante dove possiamo vedere dal vivo come fanno gli spaghetti per il brodo (come quello che una cameriera sparecchiando mi ha rovesciato addosso) ed i tagliolini per un ragù non meglio identificato, ma molto buono.
Anche gli altri due padiglioni sono all’altezza delle aspettative sia per l’architettura che per i contenuti. Andiamo via sotto una pioggerellina sempre più insistente. Albergo, doccia, riposino e uscita per cenare in un ristorante dove assaggiamo circa 15 specialità di ravioli. Le forme, i colori ed i ripieni sono tutti diversi ma accettabili. Il fatto curioso è che ad ogni portata la ragazza si rivolgeva a me (unico al tavolo ad usare le bacchette) annunciando il piatto ovviamente in cinese. Dopo le prime portate, non ottenendo soddisfazione, si è rivolta a Nuccia sicuramente molto più partecipativa anche se altrettanto ‘incomprendente’. Sarebbero tutti buoni se non fosse per il fatto che sono cotti al vapore e serviti senza alcun condimento e quindi dopo i primi quattro, cinque cominciano ad avere tutti lo stesso sapore. Concludiamo la cena con una pentola di brodo in cui vengono immersi dei raviolini piccolissimi. Si dice che quando ci si serve da questa pentola si contino i raviolini pescati ed in base al loro numero si è più o meno fortunati. Stiamo quasi per privarci di questa prova quando l’inserviente, nel tentativo di accendere sotto la pentola, da quasi fuoco al ristorante.
Dopo cena usciamo a fare una lunga passeggiata visto che ha smesso di piovere. Vediamo le mura di notte e visitiamo il quartiere musulmano con il mercato della frutta secca: un’esplosione di colori! Possiamo anche notare piccole gabbie con dei grilli; i cinesi dedicano molto tempo a questi piccoli animali, li fanno anche combattere. Piccolo incidente a Enzo che, scattando foto a destra e a manca, non si accorge di alcuni cubi di pietra messi a protezione di una via a solo transito pedonale e si ferisce alle gambe. Del ghiaccio sopra, una volta tornati in albergo, scongiura ulteriori danni. Tutti a nanna.
19 Luglio
Shanghai/Xian
Aurum International Hotel

La mattinata si presenta di tutto riposo e con un dilemma: passeggiata di un’ora in barca per i canali di Shanghai
o visita per acquisti al palazzo dei taroccati (un edificio di svariati piani tutti occupati da box in cui si vendono prodotti di tutti i tipi di marche internazionali falsificate)? Dopo 10.000 km di viaggio la scelta è obbligata: il palazzo dei taroccati per alzata di mano 18 a 5! Mi dissocio preferendo una passeggiata nei dintorni e dopo circa un’ora ci si rimette tutti in pullmann per un’altra orgia di acquisti: via Nankino. Questa volta per le signore è veramente dura; si tratta di una bellissima e grande arteria centrale chiusa al traffico costeggiata da negozi di grandi marche nazionali ed estere, ma questa volta autentiche con prezzi all’altezza. Abiti, borse, gioielli, preziose pietre di giada e molto altro ancora. Credo nessuno abbia fatto spese. Uno del gruppo ha ricevuto persino una proposta professional/amorosa prudentemente declinata (la moglie era nei paraggi).
Pranzo senza alcuna lode (negli altri tavoli abbiamo n
otato più resti del solito). Ci si trasferisce in aeroporto (bellissimo anche questo) per spiccare il volo verso Xi’an. Dopo una prima paura per il sovrappeso dei bagagli (tutto bene, ma solo perché non le hanno pesate), ci imbarchiamo in orario, ma restiamo fermi sulla pista per quasi un’ora. Dopo due ore di volo abbastanza decenti per il tempo in atto, atterraggio con sorpresa: piove e fa fresco, anzi, quasi freddo! Bagagli a posto come al solito e incontro con la guida locale GINGA detta Barbara che porta con sé due colleghe che devono fare esperienza. Sembra si aprano buone prospettive per i single del gruppo! Valuteremo alla fine della permanenza chi tra single e co-guide avrà fatto più esperienza. Molto bello l’albergo; inganniamo l’attesa dei bagagli alternandoci nella doccia. Cena discreta, chiacchierata nella hall, tentativo di passeggiata abortito per la pioggia ancora battente e tutti a nanna. Io e Margherita passiamo la notte in bianco per un probabile guasto del condizionatore; non avendo purghe a disposizione passiamo la notte tra barbe e docce. La tv non aiuta; solo canali cinesi e solo telegiornali, ovviamente in cinese.

18 luglio
Shanghai

Sveglia alle 08:00 partenza alle 09:00
Partenza in pullmann per andare a visitare il “tempio del Buddha di Giada”. Un tempio molto grande con una serie di pagode adibite al culto. Durante la visita possiamo assistere alla celebrazione di un rito in memoria di un defunto durante la quale, mentre i monaci salmodiavano le loro preghiere, i parenti bruciavano degli oggetti in miniatura appartenuti al defunto. Molto bella l’ambientazione, curati i giardini, monaco pelato con tunica arancio e … telefonino! Proseguiamo con una passeggiata sul lungomare da dove si può vedere l’insieme dei grattacieli: un colpo d’occhio!
Si riparte e sul percorso ci fermiamo ad una fabbrica/vendita di lana di cachemire. Poco interessante quello che vediamo ed i manufatti non reggono il confronto con quanto abbiamo visto in India. Pranzo poco interessante.
Nel pomeriggio visita al museo nazionale.
L’edificio è molto bello e ricca in particolare la parte dedicata alla preistoria. Molto pochi invece i reperti medievali ed i preziosi. Ciò che rimane dopo i vari saccheggi della Città Proibita e le numerose guerre e rivoluzioni può essere ammirato nei tre piani che insistono sul bellissimo atrio. Parecchie le tele di pittori dell’epoca dinastica con caratteristiche tutte cinesi e alcuni preziosissimi mobili in lacca e pietre preziose con intarsi che meravigliano per raffinatezza e delicatezza tutta orientale.

A Shanghai sono previste poche visite e ci rendiamo conto del motivo quando impattiamo con il traffico della città. Per spostarsi occorre davvero molto tempo. Discreto il ristorante dove ceniamo; passeggiatina e tutti a letto.
17 Luglio
Hangzhou /Shanghai
Days Hotel


Colazione e partenza in pullmann per Shangai.
Il viaggio dovevamo effettuarlo in treno, ma per cause non troppo chiare lo facciamo in pullmann, circa tre ore e mezzo: meglio così. L’autostrada attraversa un paesaggio di campagne con molte fabbriche e grandi agglomerati di palazzi.
L’impatto con Shangai è incredibile: chi non ha mai visto le grandi metropoli americane ora rimane con il naso all’insù, tutto a carico delle cervicali. Le strade non sono molto larghe come a Pechino o ad Angzhou, ma sono fitte di grattacieli uno più bello dell’altro. Mentre nell’immediatezza della periferia ci sono i grattacieli per abitazioni, al centro c’è una piccola Manahttan (la zona si chiama Bund) con grattacieli dalle forme più incredibili. Sono tutti diversi ma uguali nella bellezza e straordinarietà.
Arriviamo in albergo e scopriamo che si trova in una zona in completo rifacimento. Dalle finestre si notano le macerie delle vecchie case abbattute per far posto ad un quartiere residenziale, l’impatto è tremendo.

Facciamo la prima visita al giardino di Yu, un mandarino che alla fine del proprio mandato si è ritirato nella città natia costruendo, per il proprio piacere, questo bellissimo giardino. Come al solito tutto molto verde, antico, schematico (davanti padiglione pubblico, dietro padiglioni riservati alla famiglia e giardini che stimolano alla contemplazione). Non mancano romantici ponticelli, specchi d’acqua con pesci rossi e distese di fiori di loto. Sui muri di cinta, a protezione dello stesso giardino, si intravedono per tutta la lunghezza delle mura due draghi, sculture rigorosamente ad uso dell’Imperatore. Sembra che a chi faceva notare questa ”indelicatezza” venisse risposto “ma questi non sono draghi, hanno solo tre artigli!”

All’uscita solito giro per i negozi che vendono di tutto.
La sera, dopo la cena in albergo, per 100 Y, visita di Shangay by night. Le insegne del centro commerciale conferiscono una policromia di luci e di colori fitta e varia, ma solo sino alle 22:30 perché dopo vengono spente per risparmiare. La guida ci racconta che prima della costruzione di due centrali atomiche, la città doveva fare i conti con il risparmio energetico e la sera i palazzi rimanevano al buio creando un effetto da città fantasma. Abbiamo anche la possibilità di visitare un vecchio quartiere di Shangai rimesso a nuovo dove possiamo vedere la sede della prima riunione del partito comunista. Rientriamo in albergo per la notte.
16 luglio
Hangzhou

Sveglia alle 06:30 partenza 08:30.
La prima visita è al monastero Buddista, con molte statue scavate nella roccia. Abbiamo anche la fortuna di assistere ad una cerimonia religiosa presieduta dal capo della comunità. All’uscita bancarelle e compere.
Si riparte per visitare un’azienda produttrice di the.
La zona è bellissima e molto interessante seguire tutta la trafila della lavorazione, dalla raccolta, all'essiccazione, al confezionamento. Tutta cinese la presentazione di alcuni the.
La visita successiva è alla “Pagoda delle sei armonie”: ancora più bella e stupefacente della precedente. Un lungo sentiero in salita che infila un giardino dopo l’altro, porte tonde e quadrate, statue varie e diverse e angoletti con pagode e composizione di bonsai. Enzo e Nino si offrono di salire sulla pagoda centrale di 13 piani mentre io mi avventuro su per il sentiero in esplorazione dei giardini più in alto. Quello che vedo e fotografo mi ripaga della fatica della salita. Sarei rimasto volentieri almeno un paio di ore tra il verde e il silenzio, ma il pullmann chiama …
Pranzo al ristorante, nessun ricordo.
Nel pomeriggio visita al parco Huagang; tempo bello ma caldo umido asfissiante. Parco splendido come al solito: laghetti, pagode, angoli speciali tutti da immortalare in foto e da conservare nella memoria per tempi peggiori. Arriviamo ai margini del lago e ci imbarchiamo per un breve giro sul lago.





Tutto romantico e surreale. Le coppiette di sposini del gruppo devono sicuramente avvertire quest’atmosfera di pace e tenerezza; chissà se nascerà qualche pargolo con gli occhi a mandorla!
La giornata si conclude con la visita di un’antica farmacia cinese all’interno della città vecchia. Nonostante i 150 anni, il mobilio e quanto vediamo sembra in ottime condizioni.
Se qualcuno pensa ad una farmacia tradizionale sbaglia di grosso. Si tratta in effetti di un grande e alto locale in cui la gente va per seguire una terapia (tisane, massaggi, applicazione di pomate diverse) e nell’attesa che venga preparato il rimedio da prendere secondo la medicina trazionale cinese o che sia da portare via, siede, legge, chiacchiera ed il tutto in un ambiente dalla luce filtrata e dall’aria quasi fresca.
Ovviamente le pareti sono costellate da vasi in ceramica con i contenuti i più disparati che vanno dalle lingue di pipistrello, alle pelli di serpenti, alle code di scorpione e a tante altre cose di cui non abbiamo chiesto il nome. Enzo acquista un lenimento per il dolore ad una spalla (prima lo prova e l’addetta gli esegue un massaggio su due piedi) e Nuccia lo segue a ruota. Margherita compra per 10 Y n.5 scatole di balsamo di tigre (un venditore al villaggio di Tongli, dopo estenuanti trattative, per lo stesso prezzo gliene ha vendute 3: che affare!)

Il caldo soffocante non aiuta a godere di quel che vediamo, ma le signore non si scoraggiano e anche tutte le bancarelle che circondano il luogo godranno del piacere di una loro visita. Persino io compro un sassofono cinese dal suono caldo e profondo ma che sicuramente non riuscirò a suonare. Invoglio anche altri a comprarlo e credo che anche loro, come me, non lo suoneranno mai!
Adesso tutti in albergo per una bella doccia rinfrescante e … deodorante! Durante il percorso la guida ci propone di occupare la serata libera con uno spettacolo ed una cena particolare. Nino ed Enzo passano, in sei accettiamo. Lo spettacolo è stato veramente bello e l’ho ripreso per intero e anche la cena non è da meno. Mangiamo delle pietanze particolari che non ritroveremo per tutto il resto del viaggio quali un tocco di maiale sgrassato, un pesce con un agrodolce molto particolare, una spuma di soja fritta ed una vecchia ricetta eseguita secondo un’antica preparazione: il pollo del mendicante. All’uscita piove a dirotto; tentiamo di prendere un taxi ma non riusciamo a dialogare (appena ti avvicini mettono in moto e vanno via!); acquistiamo allora degli ombrelli (4 per 3 euro) e andiamo a piedi in albergo.
Ritroviamo Dina e Nuccia che raccontano a Margherita la loro bellissima esperienza dal parrucchiere (con meno di cinque euro capelli, massaggio e bacio in fronte). Riproveranno, è stato troppo bello. Nino ed Enzo raccontano dell'esperienza al ristorante (posto carinissimo, cameriera molto simpatica …. incontri attraverso le vetrine per la serie "i barboni non mancano mai"!)

venerdì 4 aprile 2008

15 luglio
Tongli/Hangzhou
Ramada Plaza Haihua

Sveglia alle ore 06:30 bagagli fuori alle 08:00 partenza alle 09:00.
Visita al villaggio di Tongli, un villaggio con l’assetto urbanistico rimasto all’epoca medioevale. Dopo aver parcheggiato ci imbarchiamo su un piccolo trenino per raggiungere il villaggio. Un’atmosfera indescrivibile, solo da vedere e godere. Un villaggio lasciato volutamente all'epoca medioevale dove tutto ti porta indietro nel tempo. Tra laghetti, canali, ponticelli romantici a schiena d'asino, facciamo una passeggiata tanto romantica e gradevole.

Bella anche la “Pagoda della Tigre” dove non mancano bonsai, laghetti con pesci rossi e piccoli padiglioni per la contemplazione.
Pranzo al ristorante, quantitativamente scarso ma buono. Stiamo reggendo bene la cucina cinese e quando la sera ceniamo all’occidentale negli alberghi quasi ci manca.


PROVERBI DI STELLA

Quando abbiamo l‘ombrello mai piove
Il tempo d’estate è come faccia di bambino: cambia subito!


Nel pomeriggio partenza in pullmann per Hangzhou (pronuncia Angiò). Un viaggetto molto riposante, circa due ore e trenta, un’autostrada tutta costeggiata da palazzi e residence e molti altri ne vediamo in costruzione. Arrivati in città restiamo affascinati da quello che vediamo: strade a quattro corsie, grattacieli come funghi, giardini, grande lago con barche a guisa di drago che vi si dondolano, spettacolo con luci e spruzzi d’acqua ed una marea di gente a spasso che si gode il tutto: una cosa veramente sbalorditiva! Lasciamo i bagagli in albergo e facciamo subito una prima passeggiata lungo lago con tante foto e riprese. La sera cena, doccia, nuova passeggiata anche se più breve, letto.


14 luglio
Suzhou & Tongli

Sveglia alle 06:30 partenza 08:30. Solita ottima colazione e soliti ritardatari.
Iniziamo la giornata con la visita alla “Collina della Tigre” che si trova all’interno di uno splendido giardino di Bonsai (parola di origine cinese adottata in seguito dai giapponesi). Piante, laghetti, torri e pagode, tutto molto bello, artistico e poetico.
Proseguiamo con un fuori programma da 8 euro: una gita in barca a motore su di un antico canale.
Approdiamo e facciamo un giro per le stradine ed il mercato locale, dove per strada vediamo in vendita tutto quello che è possibile vendere , dalle cose più strane per noi (anguille o simili, fiori di loto, ed altre improbabili cose di cui non riusciamo a sapere neanche il nome.
Tornati al pullman ci rechiamo presso un vicino stabilimento dove ci viene mostrato il processo di lavorazione della seta, dal baco alla seta filata e lavorata; in parecchi acquistiamo piumini di fiocchi di seta che ci dicono essere anche più caldi delle piume di collo d'oca.

Si riparte per andare a vedere il "giardino dell’Amministratore Umile”.
Il sito è piccolino ma costruito come le code a Disneyland: avvolto su se stesso dando l’impressione di essere molto più grande di quanto non sia.
Un susseguirsi di laghetti, ponticelli e piccoli padiglioni dai nomi lunghi ed esplicativi (padiglione dove prendere il fresco e parlare con la luna etc.).Il pranzo non è eccezionale, nessun ricordo.

Nel pomeriggio visitiamo il “Giardino del Maestro delle reti”, molto piccolo ma suggestivo. Una parte di questo giardino è stata replicata al Metropolitan Museum di N.Y. come esempio di giardino cinese perfetto. Rientriamo in albergo dopo un lungo percorso. Doccia, cena e passeggiatina serale.