martedì 8 aprile 2008

25/26 Luglio
HongKong/Monaco/Italia

Dopo una buona colazione si parte alla scoperta di Hong-Kong di giorno. Saliamo sino al Peak Vittoria un belvedere da dove si può ammirare il panorama dell’intera isola. Sembra di rivedere tante immagini viste e riviste nei film e nei documentari. Foto a tempesta e riprese speriamo buone. Scendiamo al porto di Aberdeen e per 50 HKD facciamo un giro in sampan tra le case galleggianti. Oltre a vedere le persone che svolgono a bordo le normali operazioni giornaliere, passiamo davanti ad un ristorante galleggiante che è stato una location per il film Goldfinger. Torniamo a terra non prima di avere acquistato qualcosa sulla barca e ci dirigiamo verso una spiaggia limitrofa ad un tempio costruito in tempi recenti che visitiamo.
La giornata è soleggiata e calda, ma all’ombra fa quasi fresco. Fedra scende sino al mare e si bagna i piedi mentre Enzo solo una mano. Potranno dire di aver toccato il Mar Cinese Meridionale. Gli altri al riparo sotto l’ombra di un albero del viale.
Lasciamo il mare e torniamo in albergo dove abbiamo una stanza a disposizione per rinfrescarci e depositare i bagagli a mano. Scendiamo dopo un po’ per andare a mangiare al centro commerciale adiacente. Pranziamo con dei panini e alla fine le signore decidono di esaminare a fondo i negozi del centro nonostante la calura opprimente e ci danno appuntamento a dopo tre ore. Noi maschietti passiamo il pomeriggio in attività diverse. Nino ne approfitta per una lunga doccia ristoratrice, Enzo va in giro per elettronica (e altre foto), Enrico fa l’esperienza del cinema ad Hong-Kong: l’ultimo Harry Potter in inglese (era offerto anche in cinese ma mi è sembrato eccessivo), in compenso sala eccezionale con postazione per bibite e popcorn e, per la prima volta, ho sentito un freddo pazzesco!
Alle 20:00, dopo esserci riuniti, si parte per raggiungere l’aeroporto. Durante il percorso abbiamo la possibilità di scorgere parte del porto commerciale che è una immensa distesa di containers e gru grandissime. Un vero colpo d’occhio. Check-in senza problemi e partenza in perfetto orario alle 23:20. Viaggio perfetto, ottimo il pilota, indovinato l’abbigliamento leggerissimo. Solito caldo solo nei soliti posti: i nostri!
Salutiamo prima dell’atterraggio e facciamo bene perché i tempi per il volo per Roma sono ristrettissimi ed il controllo bagagli a mano è lentissimo. (i tedeschi, sempre i soliti!) Arriviamo all’imbarco che già siamo stati chiamati dall’altoparlante. L’aereo è quasi completamente vuoto, forse siamo in 25.
Atterrati a Fiumicino ci accorgiamo di essere tornati in Italia: niente carrelli, cessi sporchi e prezzi alle stelle. Non migliora a Punta Raisi. Una per tutte: all’arrivo internazionale ci sono i carrelli, ma per prenderli devi avere un euro per sganciarlo altrimenti …. E’ certo, siamo a casa!

24 Luglio
Canton/HongKong
Royal Plaza Hotel


Splendida colazione al 39° piano. Panorama stupendo! Indugiamo un po’ più del solito per godercelo (unica nota positiva di questo albergo). Partenza e visita al tempio della famiglia Chen. Veramente molto bello e antico, il caldo è asfissiante. Vediamo dei pregevoli manufatti originali in avorio e dei curatissimi giardini. Ci spostiamo per attraversare il mercato degli animali e dei prodotti medicinali occorrenti per confezionare le medicine tradizionali. Ci districhiamo tra sacchi e pacchi di lombrichi, serpenti, scarafaggi, cavallucci marini, sanguisughe ed altre amenità rigorosamente essiccate nonché una miriade di erbe, radici e tuberi esposti in bella vista.
Proseguendo a piedi, attraversiamo un cavalcavia ed arriviamo nel quartiere storico dell’isola di Shamian che anticamente è stato residenza/rifugio di inglesi e francesi dopo che le loro case al centro furono bruciate. L’intera zona ore è di proprietà del Governo; gli immobili non possono essere acquistati ma solamente dati in affitto. Tutta la zona è alberata e piena di parchi e giardini dal taglio europeo.
Per le strade ed un po’ dovunque, sono state poste delle statue in bronzo che rappresentano momenti di vita in comune tra stranieri e cinesi. Durante la passeggiata incontriamo una sposa che si presta ad essere fotografata guardata da lontano dal marito, o promesso sposo, un po’ seccato.
La guida ci dice che questo incontro è segno di grande fortuna per noi.
Riprendiamo il pullman per andare a visitare una fabbrica/emporio statale di ceramiche, specialità di Canton. Incredibilmente compriamo anche noi qualcosa. Pranzo al ristorante. Tavolo scomodo che provoca le ire di Nino, ma mangiamo bene. Chiediamo il bis di riso alla cantonese, il migliore che abbiamo mangiato in Cina. Ci viene detto che il riso alla Cantonese è semplice riso bollito però, poiché noi occidentali lo conosciamo con uovo, gamberetti e piselli, ce lo cucinano così.
Di corsa al nuovo porto e, dopo le formalità doganali, imbarchiamo sull’aliscafo per Hong-Kong.
Viaggio di due ore tranquillo e mentre noi riposiamo, i cinesi … mangiano di tutto! All’arrivo recuperiamo i bagagli e passiamo nuovamente il controllo passaporti. Nonostante Hong-Kong faccia ormai parte della Cina ha ancora per 40 anni uno statuto speciale che le consente una moneta sua (il dollaro, dal valore leggermente superiore allo yuan) e delle frontiere proprie che gli stranieri possono attraversare senza molte formalità mentre per i cinesi non residenti occorre il visto preventivo. Incontriamo la guida e notiamo che il pullman è molto bello e comodo. Da una prima occhiata durante il tragitto per l’albergo, sembra che siamo arrivati nel paese dei balocchi: luci e insegne dappertutto! Dopo essere entrati in un parcheggio privato, veniamo lasciati proprio davanti la porta dell’albergo.
Il lusso e l’odore del denaro si sentono nell’aria.
Prendiamo possesso delle camere e ci organizziamo per un boccone nel vicino centro commerciale (cene e pranzi liberi). Facciamo in tempo a prendere la navetta dell’albergo che ci porta sul lungomare. Foto e riprese di rito con tanti “Ohhh” nel mezzo per quello che vediamo (poiché anche qui sono poveri a mezzanotte spengono tutto). Con gli occhi pieni di quanto abbiamo visto, torniamo in albergo per la notte. Una notazione: la navetta correva come e più di una macchina e se consideriamo che l’assetto urbanistico è tipo Montecarlo ….

lunedì 7 aprile 2008

23 Luglio
Guilin/Canton
Hotel Landmark


Sveglia alle 06:30 partenza alle 08:00
Andiamo a vedere la “Collina di Fubo”. Un giardino con la statua del generale FUBO ed una serie di grotte scavate nella montagna che contengono un tempio buddista e consentono la visione di un laghetto interno. E’ possibile salire sulla sommità della collina, ma solo pochi del gruppo ci provano. Per par condicio non tralasciamo di acquistare dalle bancarelle locali prima di andar via.
Ci dirigiamo alla volta della “grotta del Flauto di Bambù”. Pensavamo di scendere ed invece si ricomincia a salire: centinaia di gradini! Alla base troviamo dei portantini che trasportano a spalla i turisti pigri; io e Margherita ci facciamo sopra più di un pensierino, ma alla nostra vista tirano su un cartello: PAUSA PRANZO. Sti cinesi mangiano proprio a tutte le ore del giorno! Cominciamo a salire e quando pensiamo di essere arrivati, dopo circa 15 minuti, vediamo un’altra postazione di portantine. Prima che ci prenda il coccolone ci avvertono che siamo arrivati e che la portantina serve solo per le fotografie. In effetti mancano solo un paio di rampe. Si arriva all’imboccatura della grotta e, in un buio quasi totale e su di un terreno molto scivoloso, si comincia a scendere. Per me, che non sono mai stato all’interno di un ambiente simile, è tutto sbalorditivo. Ci inoltriamo tra rocce, stalattiti e stalagmiti. Le volte sono a tratti molto alte e sapientemente illuminate, anche se per periodi troppo brevi per fotografare bene. Camminiamo guardando a destra e a sinistra le figure che le concrezioni di calcare hanno disegnato.
Come dice la nostra simpaticissima guida locale Lì Già Lì, usando la fantasia si può vedere molto di più di quello che realmente l’occhio percepisce. Passaggi lunghi e stretti, laghetti sotterranei, salite e discese all’interno della grotta stessa, tra l’altro molto grande e profonda, ci fanno passare da una meraviglia all’altra. Alla fine … tornammo a riveder le stelle … per la verità … il sole … e non da solo: dopo la frescura della caverna ritroviamo anche il classico caldo afoso cinese.
Si riparte. Sosta ad una fabbrica di perle dove, prima di accedere alla zona “compere”, assistiamo ad una sfilata di giovani donne che mostrano gioielli con le perle. Ovviamente compere e solo dopo al ristorante dove Nino, al termine, ha offerto caffè a tutti fatto con la sua fedele moka da viaggio (praticamente ha fatto costruire una valigia tutto attorno alla Moka).
Per il dopo pranzo ci viene proposta una gita ad un vecchio villaggio (10Y). Accettiamo e ci ritroviamo in una realtà simile ad un nostro paese degli anni 50 ma ancora più degradato e zanzare così agguerrite da sembrare avere in odio chiunque non fosse cinese. Il caldo è veramente opprimente; sono le 15:00 ed il sole splende come in pieno deserto: il sudore scende a rivoletti sul viso e sul dorso.
Abbiamo visitato la scuola del villaggio. Questa volta Margherita non ha pianto come in Egitto, al villaggio nubiano, ma ci siamo andati molto vicini. Anche qui, al termine della visita, si è rinnovato il miracolo della trasformazione del nulla.
Girovagando per il villaggio abbiamo modo di sbirciare all’interno di qualche casa, tra le viuzze del paesello, abbiamo modo di salire sul ponticello ed osservare le imbarcazioni che si dondolano oziose sotto la calura opprimente.
I volti degli abitanti (ma forse sono solo figuranti) rispecchiano quello che deve essere la loro vita: Tranquilla, ritmi “messicani”, un po’ sul fiume, un poco a terra ad aggiustare le reti, un poco a ciondolare o a schiacciare un pisolino all’ombra. Ma a guardarli bene, forse non è tutto proprio così idilliaco. Le foto, e qui non ne vedrete, sembrano raccontare tutta un’altra storia. Decidiamo di tornare al pullman e quasi non riusciamo a trovare la strada perché dove prima c’erano strade assolutamente vuote, dopo il nostro passaggio è stato tutto un florilegio di bancarelle, banchetti e appoggi di fortuna dove vengono esposti allo sguardo “poco interessato” (e chi ci crede!) delle signore, souvenir ed oggetti di tutti i tipi, dall’antiquariato al vecchiume. Al primo stop di una di loro (forse era il segnale convenuto) all’unisono si fermano tutte! Quando si dice il gioco di squadra! In poco tempo riescono a trasformare i banchetti in “sbancarelle” (hanno ripulito tutto), si può tornare a casa.
Rientrati a Guilin per una breve sosta in albergo, offriamo e mangiamo i due frutti esotici avuti in regalo il giorno prima: veramente buoni anche se non sappiamo di cosa si tratti.
Ci trasferiamo al centro dove veniamo parcheggiati nella hall dello Sheraton sino alle 19:30 per poi ripartire ed andare all’aeroporto con destinazione Canton. Tentiamo una sortita per le vie vicine nonostante il grande caldo. Nino ed Enzo trovano delle magliette graziose; io guardo: non ci sono le mie misure! Mi consolo gustando un gelato soffice e torniamo al fresco dell’albergo.
Montati sul pullman si fa strada per l’aeroporto. Il morale del gruppo è abbastanza buono; si canta, si scherza, Lì Già Lì si esibisce in due o tre pezzi tipo Karaoke e accenna ad un mezzo balletto. Molto simpatica e quasi carina. Una dolcezza ed una sensibilità tutta orientale in particolare quando pronuncia PLOBOSCIDE. Anche altri del gruppo si esibiscono con alterne fortune. Piccolo intoppo all’aeroporto: ci hanno pesato i bagagli e ci tocca pagare un sovrappeso. Ce la caviamo con 10Y a chilo e riusciamo anche ad eludere il controllo delle misure del bagaglio a mano approfittando di un momento di confusione.
Arriviamo a Canton tardi e ancora più tardi si fa per raggiungere l’albergo. Troppo stanchi per cercare qualcosa da mangiare saliamo in camera (12° piano) e progettiamo doccia e nanna. Mentre disfo i bagagli sento Margherita gridare dal bagno che la doccia è rotta e l’acqua non esce da sopra, ma solo da sotto. Troppo stanco per arrabbiarmi consiglio un bagno cosa che farò anch’io. Letto e nanna.

22 Luglio
Guilin

Sveglia molto co
moda con abbondante e ottima colazione. Ci aspetta più di mezza giornata, pranzo compreso, da trascorrere su un battello che ci porterà giù per il fiume offrendoci la vista del panorama specialità di Guilin. La cabina comune è condizionata e le signore quasi non ne usciranno accontentandosi di ammirare il paesaggio dall’interno. I fotografi del gruppo sembrano formiche impazzite turbando il silenzio del luogo con i continui click delle loro macchine. Il panorama si offre con una meraviglia dopo l’altra. Colline dalla forme più strane, in cui la solita sfrenata fantasia cinese vede forme di animali, si susseguono senza posa. Sul fiume scorrono zattere costituite da 5 o 6 grosse canne di bambù legate assieme e dalla punta leggermente ricurva. Su questo battello improbabile e quasi certamente millenario, vengono trasportati anche turisti seduti su un divanetto con i piedi quasi in acqua. Vediamo gente che fa il bagno, bimbi che sguazzano in acqua, pescatori che vendono i gamberetti appena pescati alle barche che passano (noi li mangeremo cucinati nella cucina a poppa del battello), mandrie di bufali che si rinfrescano nelle acque del fiume e tanto altro ancora. Il tempo perfetto, senza foschia, permette di vedere e fotografare tutto molto bene. Nino prova il brivido di assaggiare una grappa di serpente, gli è andata bene. (Per la protezione animali: il serpente era già morto ….. prima!)
Approdiamo nel primo pomeriggio nei pressi di un villaggio di pescatori da visitare. Sorpresa: il villaggio si è trasformato in una lunga teoria di bancarelle, bar e ristorantini in ogni direzione, non si vedono nemmeno le case! Ci soffermiamo per una quarantina di minuti per consentire alle signore, con sofferenza, di effettuare l’esplorazione delle bancarelle locali.
Non so cosa facciano gli altri, io mi godo un gelato seduto su di uno sgabello di pietra sul lungofiume. Con un trenino elettrico si arriva alla piazzola di sosta del pullmann con cui percorriamo una strada statale: non credo si vada a più di 50 kmh.
Sulla via del ritor
no ci fermiamo all’Ospedale di Medicina Tradizionale Cinese. Nell’attesa di essere introdotti ai segreti della medicina tradizionale cinese, assistiamo ad un’esibizione di Kung-Fu fieramente schifata da Paolo che asserisce essere completamente sbagliati tutti i movimenti e mi richiede la ripresa da fare vedere ad amici competenti. Parliamo finalmente con il gran capo che dopo una breve illustrazione di quanto viene fatto nella clinica, ci invita ad un massaggio ai piedi per la modica spesa di 100 Y. Accettiamo tutti volentieri tranne pochi, Margherita compresa. Che dire del massaggio? Ho chiuso gli occhi e mi sono lasciato coinvolgere dalle sensazioni provate. Rinvenendo, ogni tanto, vedo che attorno a me anche altri hanno gli occhi lucidi: è un’orgia di sensazioni collettiva! E’ tutto studiato: al culmine del piacere siamo avvicinati dal gran capo in persona che propone l’acquisto di pillole per dimagrire, per l’artrosi, per la cura dei malanni più diversi. Ci guardiamo bene dall’acquistare le pillole per la virilità … non servono! Magari in un box riservato … chissà! Rientriamo in albergo molto rilassati; facciamo la doccia e ci prepariamo all’incontro con la coppia locale. Nino lui, Serena lei. Sono molto simpatici. Lei è molto orgogliosa della sua città che io non manco mai di lodare appena possibile, non solo per farle piacere, ma perché in effetti lo penso.
Giriamo un po’ ed alla fine entriamo in un grosso centro commerciale dove visitiamo il reparto alimentare. La curiosità è grande, un negozio cinese per i cinesi.
Vediamo di tutto, roba conosciuta e tanta altra completamente sconosciuta di cui chiediamo informazioni. Tante le variazioni anche di prodotti conosciuti. Alla fine andiamo a cenare in un locale tipico loro. L’esperienza è unica e interessante. Viene fornita una scheda per il tavolo e con questa giri per i box dove puoi scegliere il piatto messo in mostra che ti verrà servito mentre tu continui a girare. Il fatto è che di box ce ne sono veramente tanti! Impieghiamo più di un’ora per scegliere e molto meno per mangiare. A MARGHERITA vengono fornite acqua e forchetta, ma non il bicchiere. Sul tavolo dei cinesi non ci sono bibite di alcun tipo: a pranzo non bevono nulla. Prima di andar via consegni la scheda e paghi. Non riusciamo a sapere quanto sia costato il pranzo perché non ci viene consentito alcun intervento, anzi ci vengono fatti dei regali come è usanza tra di loro. Ci salutiamo la sera in albergo dopo una passeggiata sotto la pioggia e ci conforta il fatto che anche loro non sono riusciti a catturare un taxi. Deve essere un’usanza cinese che i taxi non prendono passeggeri a bordo! Seduti sui divani della hall, troviamo Nino ed Enzo che, come altri, dopo un paio di tentativi di uscire per la visita della città e cormorani, sono rimasti in albergo per la pioggia. Unico fatto di rilievo: ci raccontano che durate uno dei tentativi di sortita sotto la pioggia, hanno visto scendere per parecchi minuti, sulla facciata di un albergo, una cascata d’acqua dall’ultimo piano sino a quasi a terra. Scambiamo ancora due chiacchiere e poi a nanna.


domenica 6 aprile 2008

21 Luglio
Xian/Guilin
Hotel Bravo Holiday Inn


La mattina ci riserva una bella sorpresa: tempo soleggiato e fresco! Visitiamo la “Grande Moschea” dei musulmani arrivati in Cina attraverso la via della seta. All’interno, oltre ai classici luoghi di culto e giardini, vi sono anche le scuole che, mentre noi visitiamo, funzionano.
All’uscita attraversiamo un’area tutta di bancarelle e quindi non se ne può fare a meno: orgia d’acquisti con le signore in evidente stato di godimento.
Ci spostiamo nuovamente al centro per visitare la cinta muraria ancora in perfetto stato di conservazione lungo i 14 km che la costituiscono. Sopra circola un piccolo trenino che si può prendere per percorrere un lungo tratto. Dall’alto di una delle torri facciamo belle foto della città e anche tante riprese. Poiché abbiamo tempo disponibile andiamo a visitare il “Tempio della Piccola Oca Selvatica” che è una replica della “Grande” già vista. Molto bella anche questa; qui acquistiamo dei CD di musica cinese da utilizzare per il montaggio di foto e film. Dopo aver pranzato sulla strada per l’aeroporto, si decide di andare a vedere (a pagamento) “Il piccolo esercito di terracotta” detto “dei guerrieri nudi”. Si tratta di una recente scoperta e sembra che nel sito, da alcuni sondaggi effettuati, si debbano trovare da 8.000 a 10.000 reperti da scavare.
Si tratta di un esercito in miniatura (60 cm circa di altezza) ma in condizioni migliori dei grandi e tanti altri reperti che daranno uno spaccato della vita imperiale e dell’ordinamento socio/politico dell’epoca. Bellissimo l’edificio che insiste sugli scavi. Attraverso pavimenti in vetro si possono vedere i lavori in corso da molto vicino. Tutto splendido!
Arriviamo in aeroporto con il tempo minimo per effettuare le operazioni di imbarco per il trasferimento a Guilin. Aereo in perfetto orario così come l’arrivo dopo un’ora e mezzo di volo. Ad aspettarci, oltre alla guida, anche un vecchio amico: il caldo afoso e umido cinese.
Dal pullmann, durante il transfert dall’aeroporto in albergo, abbiamo un primo assaggio del panorama gloria e vanto della città. E’ semplicemente stupendo; ci siamo sentiti proiettati all’interno di uno dei tanti quadri tipici della Cina e noi ne facciamo parte.
Per la sera viene proposta extra uno spettacolo delle minoranze etniche e di assistere da una barca alla pesca con il cormorano, una specialità del luogo. Buona parte del gruppo si dichiara stanca e viene proposto di effettuarla l’indomani. Restiamo liberi per la serata. Margherita decide di contattare il collega sposato con una cinese di Guilin per incontrarci. Non avendo ricevuto risposta al msg decidiamo di fare una passeggiata attorno al laghetto vicino all’albergo. La notte splendida e non troppo calda ci offre la possibilità di un assaggio del romanticismo che permea questa città. La passeggiata è puramente deliziosa e vediamo che anche tanta gente del luogo gode di questi posti appartata sulle sponde del lago o sdraiata sulle panchine o seduta ai tavoli all’aperto dei locali circostanti. Si avverte proprio un’aria distesa e di tranquillità. Ho omesso di dire, e faccio ammenda, che in ogni posto dove siamo stati ci è sempre stato detto che potevamo uscire tranquillamente senza alcun problema e a qualunque orario, unico avvertimento: i borseggiatori nei luoghi affollati.
Al ritorno in albergo troviamo la coppia contattata che ci stava aspettando. Ci sediamo, chiacchieriamo un po’ e prendiamo appuntamento per l’indomani. Ridoccia, abluzioni e a letto.