martedì 8 aprile 2008

24 Luglio
Canton/HongKong
Royal Plaza Hotel


Splendida colazione al 39° piano. Panorama stupendo! Indugiamo un po’ più del solito per godercelo (unica nota positiva di questo albergo). Partenza e visita al tempio della famiglia Chen. Veramente molto bello e antico, il caldo è asfissiante. Vediamo dei pregevoli manufatti originali in avorio e dei curatissimi giardini. Ci spostiamo per attraversare il mercato degli animali e dei prodotti medicinali occorrenti per confezionare le medicine tradizionali. Ci districhiamo tra sacchi e pacchi di lombrichi, serpenti, scarafaggi, cavallucci marini, sanguisughe ed altre amenità rigorosamente essiccate nonché una miriade di erbe, radici e tuberi esposti in bella vista.
Proseguendo a piedi, attraversiamo un cavalcavia ed arriviamo nel quartiere storico dell’isola di Shamian che anticamente è stato residenza/rifugio di inglesi e francesi dopo che le loro case al centro furono bruciate. L’intera zona ore è di proprietà del Governo; gli immobili non possono essere acquistati ma solamente dati in affitto. Tutta la zona è alberata e piena di parchi e giardini dal taglio europeo.
Per le strade ed un po’ dovunque, sono state poste delle statue in bronzo che rappresentano momenti di vita in comune tra stranieri e cinesi. Durante la passeggiata incontriamo una sposa che si presta ad essere fotografata guardata da lontano dal marito, o promesso sposo, un po’ seccato.
La guida ci dice che questo incontro è segno di grande fortuna per noi.
Riprendiamo il pullman per andare a visitare una fabbrica/emporio statale di ceramiche, specialità di Canton. Incredibilmente compriamo anche noi qualcosa. Pranzo al ristorante. Tavolo scomodo che provoca le ire di Nino, ma mangiamo bene. Chiediamo il bis di riso alla cantonese, il migliore che abbiamo mangiato in Cina. Ci viene detto che il riso alla Cantonese è semplice riso bollito però, poiché noi occidentali lo conosciamo con uovo, gamberetti e piselli, ce lo cucinano così.
Di corsa al nuovo porto e, dopo le formalità doganali, imbarchiamo sull’aliscafo per Hong-Kong.
Viaggio di due ore tranquillo e mentre noi riposiamo, i cinesi … mangiano di tutto! All’arrivo recuperiamo i bagagli e passiamo nuovamente il controllo passaporti. Nonostante Hong-Kong faccia ormai parte della Cina ha ancora per 40 anni uno statuto speciale che le consente una moneta sua (il dollaro, dal valore leggermente superiore allo yuan) e delle frontiere proprie che gli stranieri possono attraversare senza molte formalità mentre per i cinesi non residenti occorre il visto preventivo. Incontriamo la guida e notiamo che il pullman è molto bello e comodo. Da una prima occhiata durante il tragitto per l’albergo, sembra che siamo arrivati nel paese dei balocchi: luci e insegne dappertutto! Dopo essere entrati in un parcheggio privato, veniamo lasciati proprio davanti la porta dell’albergo.
Il lusso e l’odore del denaro si sentono nell’aria.
Prendiamo possesso delle camere e ci organizziamo per un boccone nel vicino centro commerciale (cene e pranzi liberi). Facciamo in tempo a prendere la navetta dell’albergo che ci porta sul lungomare. Foto e riprese di rito con tanti “Ohhh” nel mezzo per quello che vediamo (poiché anche qui sono poveri a mezzanotte spengono tutto). Con gli occhi pieni di quanto abbiamo visto, torniamo in albergo per la notte. Una notazione: la navetta correva come e più di una macchina e se consideriamo che l’assetto urbanistico è tipo Montecarlo ….

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